Published in Italy - Social interactions and entertainment - 04 Feb 2017 09:55 - 4
Dopo il vol. 1, continuiamo il nostro viaggio attraverso la Beat Generation con il secondo volume.
La Beat Generation, come tutte le innovazioni d'oltreoceano, arriva in Italia. I consueti tempi lenti del belpaese finiscono per distorcere un po' il fenomeno, rendendolo sempre meno libero e meno inclificabile. Beat in Italia voleva dire quasi sempre Hippy, ed è una confusione che non piace a gran parte dei Beat, in prima linea a Kerouac che accusa queste persone di essere saliti semplicemente sul carro dei vincitori.
Trasmettiamo un breve documentario che racconta l'esperienza italiana del movimento.
Come spesso capita alle cose geniali, c'è una parte della stessa più oscura, cupa, discontinua nella sua bellezza. I Beat, Kerouac in particolare, cadevano spesso in eccessi. Droghe, alcol, sesso estremo erano all'ordine del giorno, e questo espose il movimento a diverse critiche. L'essere diversi dagli standard dell'epoca metteva a dura prova la tenuta morale del movimento, che già di suo non si era mai preoccupato della moralità, ma che doveva confrontarsi con una società perbenista. Jack Kerouac fu costretto a cambiare tutti i nomi del suo romanzo On the Road per evitare di mettere in imbarazzo le persone che aveva incontrato, con le quali aveva condiviso le avventure sulla strada. Il suo amico Neal Cady diventa Dean.
I Beat vennero accusati di bruciare intere generazioni, di essere un male per il futuro della società. Divennero il capro espiatorio di un generalizzato declino del mondo occidentale, che in realtà aveva origini ben più profonde. Ecco un titolo di giornale dell'epoca che accusava i fondatori della Beat Generation.
...e io gli arrancavo dietro come ho fatto per tutta la vita con le persone che mi interessano. Perchè le sole persone che mi interessano sono i pazzi, i pazzi della vita, i pazzi delle parole, vogliosi di ogni cosa allo stesse tempo, quelli che non sbadigliano mai o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano come i fuochi d'artificio nella notte.
Kerouac - On the Road
Per concludere la regna dei romanzi consigliati, non possiamo tralasciare Big Sur.
Nel libro vengono riepilogati i tre brevi soggiorni di Kerouac nella capanna di proprietà di un suo amico, il poeta Beat Lawrence Ferlinghetti, sul Bixby Canyon, a Big Sur, località della California centrale.
Nel romanzo tutti i personaggi sono menzionati con un alias (per le ragioni spiegate sopra), nel caso di Kerouac Jack Duluoz. Il personaggio autobiografico di Kerouac, non è più presentato come nei romanzi precedenti come un viaggiatore bohémien, bensì come un popolare scrittore. Lo stile è molto più cupo, maturo, a tratti malinconico. Sente la fine vicina.
Avviandoci alla conclusione, consigliamo un'ultimo documentario che parla un po' di tutto quello che abbiamo scritto. I documentari fatti bene e con traduzione sono veramente pochi.
Non abbiamo film da consigliare perchè è un argomento che non riesce a mio avviso ad esprimersi al meglio nel cinema, tuttavia ci sono diversi film sulla Beat che potreste trovare in rete. Vi consiglio di non guardare nulla se prima non avete letto almeno l'opera principale, più che sufficiente a darvi una infarinatura generale. L'ultimo film uscito nei cinema in ordine cronologico è questo:
A.S.C.I. spera di avervi incuriosito con questi due volumi d'esordio, ed aspetta le vostre esperienze e conoscenze per poter continuare a pubblicare. Speriamo di portare qualcuno di voi a leggere questi poeti, a capire le loro idee, a mettersi sulla strada per provare. Restando in due click per il periodo, ovviamente! ;)
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Il MarioGibezerozerounoComments (4)