Published in Italy - Social interactions and entertainment - 13 Feb 2017 12:03 - 8
Oggi A.S.C.I. farà un focus su uno dei politici più potenti al mondo, rispettato all’interno dai palazzi governativi dell’eItalia tanto da pensare di dedicargli un articolo sulla TV nazionale: Vladimir Putin.
Sulla sua vita ci sarebbe tanto da scrivere, ma la TV ha come principio quello di ridurre al minimo le parole e preferire i contenuti video. Quindi ci sarà una prima parte scritta sulla sua vita, in modo da introdurre all’argomento anche chi non lo conosce bene, per poi arrivare ad un documentario fatto benissimo che spiega la sua visione delle cose (non solo della politica).
Definiscono Putin il nuovo Zar della Russia. Potrebbe essere, visto l'immane quantità di potere attualmente concentrata nelle sue mani. Dopo aver "liquidato" i cosiddetti nuovi oligarchi, ossia i neo-miliardari che si sono arricchiti con la svendita - voluta dal predecessore Boris Eltsin - delle aziende statali russe e capaci di condizionare fortemente anche la politica, c'è chi indica in Vladimir Putin l'uomo forte che più forte non si può della Grande Madre Russia. Per qualcuno siamo giusto un gradino sotto la dittatura.
Non si può negare che l'istinto del comando circoli come un altro genere di globuli nel sangue di questo piccoletto dal carattere di ferro, uno cresciuto a pane e Kgb e che nessuno, o quasi, ha mai visto ridere. In pubblico la sua espressione è sempre di una serietà patibolare, compata al limite del "rigor mortis". Al mimo talvolta accenna a qualche benevola alzata di sopracciglia, temperata da un tentativo di sorriso, magari quando si trova al fianco dell'amico Silvio Berlusconi.
Nato il 7 ottobre 1952 in quella difficile metropoli che è Leningrado (l'attuale San Pietroburgo), nel 1970 Putin si iscrive all'università, studia diritto e lingua tedesca, ma nel tempo libero si dedica alla pratica dello judo, di cui è sempre stato un grande sostenitore. In questo sport, lo zar di ghiaccio ha sempre ritrovato quell'unione fra disciplina del corpo e dimensione "filosofica" che ne fanno una guida per la vita di tutti i giorni. Forse qualcosa di questa disciplina gli è servita quando nel 1975 è entrato a far parte del Kgb, chiamato ad occuparsi di controspionaggio.
Vladimir Putin,
nato il 7 Agosto 1952, Leningrado
Una gran carriera lo attendeva dietro l'angolo. Prima si sposta nel dipartimento estero dei servizi segreti e dieci anni più tardi viene inviato a Dresda, nella Germania dell'Est, dove prosegue la sua attività di controspionaggio politico (prima di partire sposa Lyudimila, una ragazza di otto anni più giovane che gli darà due figlie: Masha e Katya). Grazie al periodo trascorso in Germania, Vladimir Putin ha così la possibilità di vivere fuori dall'Unione Sovietica, anche se, caduto il muro, sarà costretto a tornare nella natìa Leningrado.
Quell'esperienza gli consente di diventare, per le questioni di politica estera, il braccio destro di Anatoli Sobciak, sindaco di Leninigrado, che adotta un programma di riforme radicali nel campo politico ed economico. E' Sobciak il promotore del referendum
per restituire alla città il vecchio nome di San Pietroburgo. Durante questo periodo Putin introduce la borsa valutaria, apre le aziende cittadine ai capitali tedeschi, cura ulteriori privatizzazioni dei vecchi catafalchi sovietici e diventa vice-sindaco, ma la sua corsa si arresta con la sconfitta di Sobciak alle elezioni del 1996.
In realtà quell'apparente débacle sarà la sua fortuna. Lo chiama a Mosca Anatoli Ciubais, il giovane economista che lo raccomanda a Boris Eltsin. Inizia la scalata di Putin: prima vice del potente Pavel Borodin che gestisce l'impero dei beni immobiliari del Cremlino, poi capo del Servizio Federale di Sicurezza (Fsb), il nuovo organismo che succede al Kgb. Successivamente Putin ricopre la carica di capo del Consiglio di sicurezza presidenziale.
Il 9 agosto 1999 Boris Eltsin si ritira, principalmente a causa dello stato di salute in cui versa. Putin è pronto come un felino a cogliere la palla al balzo e, il 26 marzo 2000, viene eletto presidente della Federazione russa al primo turno con oltre il 50 per cento dei voti, dopo una campagna elettorale condotta nel più totale sprezzo del confronto politico. Vladimir Putin, in quell'occasione, non ha mai accettato forme di discussione con altri esponenti della scena politica russa. Ad ogni modo la sua fortuna politica si basa soprattutto sulle sue dichiarazioni circa la spinosa questione dell'indipendenza cecena, tese a stroncare il magmatico ribellismo della regione. Forte di una larga maggioranza anche alla Duma (il parlamento russo), tenta inoltre di riportare sotto l'autorità centrale di Mosca i governatori regionali che con Eltsin si erano spesso sostituiti al potere centrale.
La maggior parte dei russi appoggia la sua linea dura, e il forte sospetto di un vero e proprio odio etnico, più che il timore di una disgregazione dello Stato, mina alla base la legittimità di questo consenso. I pochi oppositori di Putin d'altronde individuano proprio nella guerra forti elementi di valutazione di un presidente spietato, dittatoriale che lede il rispetto dei diritti umani. Le ultime elezioni russe hanno comunque confermato il suo potere e il pugno di ferro con cui conduce la sua leadership. In uno scenario in cui le voci contrarie alla sua sono ridotte al lumicino, Putin ha incato i consensi di una vasta maggioranza della popolazione.
Nel marzo del 2004 viene rieletto Presidente per un secondo mandato, con il 71% dei voti. Quattro anno più tardi il successore che si insedia al Cremlino è il suo fedelissimo Dmitrij Medvedev: Vladimir Putin torna così alla carica di Primo Ministro da lui già detenuta prima del mandato presidenziale. All'inizio del mese di marzo 2012, come era abbondantemente stato previsto da tutti, viene rieletto per la terza volta Presidente: il consenso supera il 60%.
Putin instaura quella che lui chiama Democrazia controllata, ovvero un sistema di democrazia che può permettersi di ignorare alcuni principi democratici a vantaggio del benessere della nazione, suffragato da un ampio consenso. Sarebbe il perfetto equilibro tra gli estremismi dei dittatori e l'inconcludenza dei democratici.
Non è un mistero che la Russia ha avuto negli anni di Putin un rapporto con gli USA tra alti e bi. I minimi storici sono stati toccati con la presidenza Obama, durante la quale si è rischiata l'apertura della guerra fredda in alcune diatribe internazionali. Oggi, con il mandato Trump, sembra che le due potenze si stiano riavvicinando.
Tra le diverse incomprensioni che hanno visto partecipe lo Zar, ho scelto questa in cui Putin prima difende la sua Russia da accuse infondate da parte del giornalista americano, poi contrattacca evidenziando le lacune della sua arringa:
Ed ancora, il duro attacco di Putin all'America colpevole dell'uccisione di Gheddafi. Un diritto che secondo lo Zar qualcuno si è preso senza motivo, scatenando diverse tensioni nel paese che ancora oggi non sono risolte.
Un libro che posso consigliarvi e che ho appena letto è Vita di uno Zar, un'edizione uscita da un anno che racconta molti aneddoti sulla vita di Putin, alcuni dei quali sono stati riportati nell'articolo.
Per concludere vi introduco il documentario promesso che se non avete già visto dovete olutamente vedere. Oltre ad essere completo è fatto molto bene, non annoia e vi mostrerà la storia da un altro punto di vista. Buona visione!
"Se sono un democratico vero? Ma sì che sono democratico, vero e oluto. Ma il problema, sapete qual'è? Ci sono soltanto io, altri così nel mondo non esistono. Da quando si è spento Mahatma Gandhi, non c'è più nessuno con cui parlare"
V. Putin
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MartiusComments (8)
lol v
an article about putin, in Italy he is a lot appreciated
bellissimo articolo
vvvvv
??? +1
molto interessante! complimenti!
v